Episodio III e mezzo: una nuova demenza ovvero "Lo Storno dello Jedi"

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    Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza

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    Racconto pubblicato da Lo Strego su Le Streghe della Luna.


    Nel corso della sua avventurosa e interminabile carriera, Anthony Quinn ha impersonato papi, sommi sacerdoti giudei, sindaci, ciarlatani e persino (=financo) banditi: lo specifico filmico di un'esistenza in vita discutibile e turbolenta.
    Tutto di lui si poté dire: violento, bugiardo, superficiale; fuorché imprevedibile. Quinn, a partire dal quinto figlio almeno, divenne prevedibilissimo. Ci sarebbe piaciuta una sua particina nella saga lucasiana, ma così non fu e col pezzo che segue non c'entra nulla. Altrimenti Lucas, per accontentarci, avrebbe dovuto scritturare persino Peter Sellers, dopo averlo rievocato con le formule magiche verseggiate in The Mummy (1932); oppure Franco Nero, già cacciatore di squali (1979) in autoesilio su un'isola tropicale per una trentina d'anni: abbronzato come un albino, malgrado l'esiguo manto vegetale d'alto fusto - altrettanto abbondante in un campo di calcio rasato per la domenica.
    Ora ricordate per un attimo l'affollato parlamento galattico in Revenge of the Sith. Provate a immaginare: Palpatine sta proferendo il suo sproloquio e, inaspettatamente - agli antipodi di ciò che prevedono i malinconici spettatori, già preparati dal catastrofico titolo che campeggia là fuori, sulla facciata del cinematografo - arriva Ben Kenobi. Tanto potente da librarsi fino alla navetta che accoglie Palpatine, ancora con le braccia spiegate. E' il deciso e fiero maestro Kenobi, tanto fiero e deciso da congelare il petto a una sardina appena smaterializzata da un tuffo nella fotosfera solare.
    Ci siamo: ecco un'altra delle rivoluzionarie trovate di Lucas, come scopiazzare da Asimov (sic).
    I pensieri di spettatori e parlamentari galattici si fondono insieme e precedono lo spasmo dei fotogrammi che seguiranno, altro che D'Annunzio e l'uomo e il bosco, quello è solo antiquariato da bancarella bidimensionale delle domeniche stanche, qui è in gioco il futuro dell'Universo, del cinema, della televisione e persino del Foglio di Ferrara: lo sappiamo già, non può fallire, non può mancarlo, Ben è come Borg coi suoi quattordici match point incorporati che non spreca mai (falso) ed ha la meglio su un McEnroe che ricorda tanto il piagnucoloso assistente del Mercante Capo della Federazione (vero). La spadalaser ancora appesa al giacchino, invece, dev'esser già in mano al Cavaliere Jedi, come la rete della Donnay è già concava e tesa per l'urto con la palla, ancor prima che essa la raggiunga. Ogni neurone fibrilla, riprendiamo il respiro ma per un nanosecondo soltanto, perché non c'è tempo, la mano di Ben è la sommatoria di tutte le mani della storia, da Callaghan a Capitan Harlock, da Gianni Morandi a Umberto Saba o a Montale, fa lo stesso: quella prodigiosa mano, la Forza per antonomasia, prende a muoversi, finalmente. Palpatine è reduce da quarantaquattro interventi di lifting, impossibile decifrarne i muscoli, si intravedono appena le sue elettrocandeggiate pupille seguirne la fluida traiettoria...
    Avviene allora una stretta di mano epocale.
    Segue un silenzio da prebigbangiano o nientoquasiano inferiore, quando la legge E=mc^2 non era ancora stata varata per insufficienza di Occhetto.
    "Tu, Jedi...Ancora vivo, qui?!
    "Buona giornata, Cancelliere Palantine...ehm, Palpatine...Ho appena saputo della vostra intenzione di candidarvi alla guida della Galassia."
    "Dici a me...Ma parli proprio con...me?"
    "Cancelliere, è tempo di aprire un dialogo."
    "E questo non ti basta, dopo tre anni di oscuri colpi bassi (tutti miei, intendo)?"
    "Cancelliere, io non vi chiedo un taxi per la poltrona di sottocancelliere più vicina."
    "Allora forse chiedi una segretaria bionda, più alta di me e te messi insieme, magari con un appartamento con vista sul circuito di Arcorhead? Spiacente, è già scappata via a girare un film con una specie di gorilla gigante. Per di più, lei era del tutto ignara di possedere quell'appartamento."
    "Appunto. Cancelliere, è tempo di definire alcune questioni riguardanti la vostra salute."
    "E sarebbe a dire? Io sono forte della Propaganda Oscura. Non ho contratto matrimonio apposta, non c'è alcuna moglie a dire in giro che sono un pazzo."
    "Lasciate perdere gli incontri a spade laser rosse. Il popolo è stanco e non ne può più di sentire barzellette sulle mele bidimensionali, sulle cospirazioni e sulle televisioni a tutto tondo, mentre è costretto a comprare i condensatori da voi costruiti per rimediare qualche goccia d'acqua in mezzo al deserto."
    "Vorresti dire che rischio il lancio in testa di qualche modellino del Tempio Jedi?"
    "No, molto di più. Ricordate la trama del Mizeriano? Uno scrittore di fantascienza, tale Foster, affettuosamente chiamato Stofer, finì nelle grinfie di un'esaltata, contraria all'idea di veder resuscitare il solito protagonista alla fine di ogni suo libro."
    "E come andò a finire?"
    "Lo scrittore restò secco dentro una camera per la foratura e la costipazione di palloni da calcio, invasa da artropodi di tutti i generi e di tutte le specie, dopo che la donna era riuscita ad estorcergli il finale tanto agognato."
    "Già...Mi ricorda qualcosa..."
    "La donna lo aveva obbligato a scrivere, al termine di ogni episodio, che il protagonista venisse clonato appena prima di perdere le elezioni, evitando quindi la rivolta conseguente al successivo ritrovamento delle schede truccate invano. Lo scrittore ebbe il tempo di contattare il proprio editore per fare inserire le opportune modifiche nelle ristampe già programmate di tutto il suo repertorio."
    "Dunque...E' il futuro, quello che tu vedi...Che gran movimento, c'è nel futuro."
    "Non abusiamo troppo dei plagi, per carità...Rimbocchiamoci le maniche e chiamiamo il popolo alle primarie: candidato unico, voi."
    "Già, oltre le divisioni..."
    "Ma bisogna saper fare le moltiplicazioni, prima. Se ne occuperanno le clonatrici dentali, si danno per poco e sono in grado di ricopiarvi tutto il resto, oltre ai denti: basterà qualche gioiellino a forma di topo o di topa Rubygate o magari un buco per ciascuna, in uno di quei condomini a ridosso del Beggar's Canyon, a Mos Eisley 3. Non vanno a rubarci manco i Sabbipodi, da quelle parti."
    "Non troverai mai un covo di feccia peggiore di quel posto."
    "Appunto, è sulla feccia che dovrete contare al fine di perpetuarvi. A parte la necessità di dover ripetere tutti gli aggiustamenti estetici su ciascun clone - cosa ovvia, dato che tentando di imprimerli a priori nella sequenza genica potrebbero nascere problemi imprevedibili - ci sarebbe solo una piccola controindicazione."
    "Quale?"
    "I vostri cloni sono terribilmente affascinati dai secessionisti (a medio-lungo termine, vanno in direzione contraria alla stabilità dell'Impero, pur garantendovi quotidianamente un supporto minimo ma bastevole), amano gli strimpellatori delle taverne galattiche, parlano a vanvera durante gli incontri ufficiali, disgustando i partecipanti e, mentre rivedono le cassette autobiografiche, fanno largo uso di spezie."
    "Ah, per viaggiare nello spazio?"
    "No, per viaggiare e basta. E' meglio evitare i voli d'Impero, saranno del tutto inutili dopo l'insediamento dei vostri cloni in ogni angolo della Galassia."
    "Avrei solo una domanda...Chi mi garantisce che parleranno tutti a vanvera usando le mie stesse parole, ovunque essi dimorino?"
    "Durante la loro inculcazione saranno sottoposti ai trattamenti di pari opportunità, in relazione a voi, con le trentatré Oljedine già imbungabungate presso la vostra villa di Arcoruscant."

    Edited by LauraHeller - 16/6/2017, 10:42
     
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